
Anatoly Moskvin. La vera storia de “La casa delle bambole”
Anatoly Moskvin, professore di storia, persona molto istruita, capace di parlare ben 13 lingue; aveva dottorato di studi celtici, nonché profondo conoscitore ed esperto dei cimiteri locali
Nel 2011, nella cittadina russa di Nižnij Novgorod si registrarono atti vandalici nel cimitero. La polizia locale, Dopo infruttuosi risultati nelle indagini, decise di rivolgersi al professore. Una volta
entrati in casa di Anatoly vennero colpiti da un odore nauseabondo che vi era in tutta casa; così si resero conto che c’era qualcosa che non andava. Ispezionando la casa la polizia scoprì che in quella casa vie erano tante bambole. Ad una attenta analisi, si scoprì successivamente che erano dei corpi mummificati, ben 29 corpi di bambine.
Effettivamente nella cittadina erano state scoperchiate almeno 150 loculi.
Il professore spesso sbagliava la mummificazione, così riseppelliva i cadaveri initulizzabili.
Anatoly Moskvin, durante il processo venne accertato che era affetto da schizofrenia paranoide, e non era incapace di sostenere un processo.
Venne immediatamente ricoverato in un ospedale psichiatrico.
Quelle rare volte che professore riuscì a presenziare alle udienze, accusò i genitori delle vittime di avere abbandonato le bambine al freddo, e di aver deciso di portarle a casa per farle riscaldare.
Dal profilo psicologico tracciato di Moskvin emerse che da bambino fu violentato e costretto a baciare il cadavere di una bambina di 11 anni durante una veglia funebre.
Incredibilmente al professore, prima che iniziasse mummificare le bimbe decedute, si scoprì che aveva fatto domanda di adozione di una bambina, ma la domanda fu bocciata in quanto l’adottante era celibe.
Nella lucida follia del professore c’era la speranza di trovare una formula scientifica
che gli permettesse di riportare in vita i cadaveri delle sue bambine-bambole . La cosa più orribile che avvenne durante il processo, fu che i genitori delle bambine disseppellite, furono costretti a fare il riconoscimento dei propri figli, per poi dare il via a una seconda definitiva sepoltura.
L’uomo è stato condannato a vita alle cure dell’ ospedale psichiatrico.
Nel 2018 viene realizzato un film su macabra vicenda, intitolato “La casa delle bambole” – Ghostland, Incidente in Ghostland; realizzato dal regista Pascal L a u g i e r.
di Annamaria Niccoli