“Padri e figlie” di Gabriele Muccino – 2015 (Annamaria Niccoli)
Il film “Padri e figlie” ha una trama molto semplice e chiara, che si presenta allo spettatore con diverse chiavi di lettura. Il lavoro del regista ha riferimento personale; la chiave di lettura è la psicologia dell’età evolutiva, il rapporto con i figli. Narra dell’infanzia di molti giovani tormentati, spesso stravolti dalla perdita di uno dei due genitori. La storia parte da un padre che perde tragicamente la moglie in un grave incidente stradale da lui involontariamente provocato. L’uomo, Jake Davis (Russell Crowe) rimane solo a crescere una bambina che nel tempo diverrà fonte di grande astio e litigi con la sorella di sua moglie, che pretende a tutti i costi adottare sua nipotina Katie. La donna fa forza sul suo ex cognato perché appartenente a una famiglia ricca, che crede di poter comprare tutto con i soldi, e anche sua nipote. Purtroppo la donna non può avere figli e per questo le ha causato grande rabbia contro se stessa il mondo intero. L’uomo rimasto gravemente ferito nell’incidente, ha riportato gravi danni neurologici, che gli creano gravi crisi epilettiche, che nel tempo andranno ad aggravarsi. Entro breve tempo lo porteranno a un ricovero per quasi un anno in una clinica psichiatrica. Jake, scrittore premiato con il premio Pulitzer, fa di tutto per tenere con sè la bambina. Forzatamente riprende a scrivere, creando un romanzo che riceverà molte critiche negative. Il film si svolge in un arco temporale di 27 anni, che parte da 1980 e possiamo vedere diversi flashback della vita della bambina è di quella che è diventata oggi; di quello che era Jacke prima dell’incidente, e tutti gli sforzi che ha sostenuto l’uomo per crescere una bambina da solo. La bambina diventata adulta, si chiama Amanda Seyfried, nel tempo rimasta molto legata al padre, appare anaffettiva,quasi incapace di amare. Non ha mai avuto un fidanzato virgola ma rapporti occasionali. Amanda ha deciso di studiare psicologia infantile, e per la sua specializzazione le viene affidato il caso di Lucy, una bambina che anche lei è rimasta orfana della madre. Katie immediatamente intuisce che la bambina presenta i suoi stessi problemi avuti da piccolina. La piccola assistita, anche lei orfana di madre è divenuta muta per causa psicologica. La giovane donna si rifiuta di farsi amare e di amare. Nel film non solo assistiamo i vari flashback e Flashforward, lo scrittore durante il film scriverà due libri, di cui il secondo dà il nome al film “Padri e figlie”. Grande è l’interpretazione di Russell Crowe, che al suo personaggio ha saputo dare grande potenza è grande drammaticità. Grande elogio si deve fare al regista per come ha saputo dirigere una star hollywoodiana di primo ordine com’è Crowe. Molto brava è l’interpretazione della bambina, Kate; di tono minore e Amanda, Kate è diventata adulta, che non ha saputo mantenere la stessa della drammaticità espressa dalla piccola attrice. La sceneggiatura è di Brad Desch. “Padri e figlie” è il film più emozionante e coinvolgente di Gabriele Muccino. Film da guardare con molta attenzione, non è da popcorn e quattro chiacchiere in sala.
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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